Università, diritto allo studio ed Enti territoriali: costruzione di un Servizio di counseling (non solo universitario) durante l’emergenza sanitaria
Ernesto Lodi, Patrizia Patrizi, Gian Luigi Lepri, Maria Luisa Scarpa, Lucrezia Perrella
Università degli Studi di Sassari
L’attuale periodo di continua emergenza sanitaria è caratterizzato da un “tempo sospeso”, che amplifica quelle percezioni di precarietà e instabilità delle persone già peculiari del nostro secolo. In questa fase ognuno è chiamato a rispondere impiegando i propri strumenti, magari con la scoperta di nuovi (o rinnovati) valori, capacità, competenze e vissuti. È una dimensione in cui siamo stati improvvisamente proiettati e che sta mettendo a dura prova la nostra capacità di resistenza, di ristrutturazione, di convivenza, con emozioni e stati d’animo che talora generano forme di malessere, vere e proprie barriere nella progressione verso i propri percorsi di vita e di carriera. Le attuali disposizioni per fronteggiare la pandemia impattano, infatti, su vari aspetti del nostro quotidiano, imponendo una rapida e continua ristrutturazione di strategie e obiettivi a livello personale e lavorativo. Come professionisti/e, impegnati/e nel fornire supporto psicologico e orientamento, siamo chiamati a riflettere su come l’emergenza sanitaria influenzi le dinamiche intrapersonali, interpersonali e di comunità; su come sia possibile mitigare l’impatto del Covid-19 sul benessere mentale delle persone più fragili e vulnerabili, in particolare di coloro che si trovano oggi a dover affrontare vissuti di ansia e paura, percezioni di solitudine, incertezza nel futuro, impotenza. La particolare situazione sollecita a ripensare la costruzione di nuovi Servizi a sostegno delle persone in una diversa prospettiva di crescita e di sviluppo. Servizi che tendano a promuovere cambiamenti nel singolo e nella comunità in un’ottica di miglioramento della qualità della vita delle persone e dei processi di inclusione, attraverso percorsi di cambiamento “resilienti”. Ciò significa sostenere le persone attraverso percorsi mirati ad aiutarle nel saper ascoltare e costruire le loro aspirazioni, valorizzare i punti di forza al fine di contrastare e gestire efficacemente gli eventuali incidenti di percorso, oggi più probabili proprio a causa del periodo emergenziale.
Quando siamo stati chiamati a progettare un nuovo Servizio, tali considerazioni ci hanno portato ad assumere una visione ampia e inclusiva della cittadinanza impegnata in percorsi formativi, fornendo counseling e orientamento non solo a studenti universitari ma anche a studenti del Conservatorio di Musica e dell’Accademia di Belle Arti. Uno spazio per accogliere bisogni, difficoltà, paure, incertezze, aspetti questi che possono incidere significativamente sul benessere personale e, conseguentemente, sul percorso di studi. In questo quadro, il Servizio di counseling e sostegno psicologico è nato all’interno di una cornice più ampia, lo Sportello multifunzionale di ascolto, istituito attraverso un Protocollo d’Intesa tra l’Ente Regionale per lo Studio Universitario (ERSU), l’Università degli Studi di Sassari e il Comune di Sassari. Il Servizio, attivato con Convenzione attuativa con il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, ha preso avvio nel mese di Marzo 2020 e prevede la possibilità di accedere a percorsi di counseling, supporto psicologico e, quando opportuno, anche all’intervento psicoterapeutico. Inoltre, attraverso iniziative dedicate all’integrazione di studenti di diverse nazionalità (soprattutto in relazione alla fase delicata della prima accoglienza e di inserimento nella città di Sassari), si mira a favorire la conoscenza reciproca e l’integrazione alla vita universitaria e alla città stessa, grazie alla presenza di mediatori culturali del Comune. L’avvio del Servizio, coincidendo con la fase più acuta dell’emergenza sanitaria e con il lockdown, ha comportato un riadattamento del progetto originario prevedendo la sola modalità online, che si è rivelata un “luogo” funzionale nonostante le molteplici criticità (problemi di connessione, strumenti tecnologici non funzionanti, piattaforme più o meno sicure).
La prospettiva psico-sociale del Servizio mira a valorizzare le risorse individuali e di contesto, partendo dalla centralità della persona e ponendo attenzione alle variabili socio-relazionali con cui la stessa interagisce, sia rispetto alle scelte che ai vissuti connessi ai suoi ambienti di vita, in un’ottica di prevenzione e di promozione della salute, del benessere, della qualità della vita, secondo i principi della psicologia positiva (Seligman, 2002). In quest’ottica, la persona ha in sé tutte le risorse per determinare i propri livelli di benessere e sono proprio le risorse le principali “alleate” del percorso di consulenza. Ci si avvale per questo anche di strumenti che consentono: alle/agli studenti di prendere consapevolezza del proprio profilo; alle/ai counselor di facilitarli nell’assunzione di una posizione attiva nel processo di cambiamento. Ci riferiamo a un questionario sul benessere e sulle variabili che lo promuovono, composto da strumenti quali: Courage Measure (Norton & Weiss, 2009; Howard & Alipour, 2014) per la valutazione del coraggio; PRO.SPERA (Ginevra et al., 2016) per la valutazione di ottimismo e speranza; Designing my future (Santilli et al., 2016), prospettiva temporale e resilienza; College Satisfaction Scales – CSS (Boerchi, Lodi, Magnano, & Patrizi, 2017), una scala con 5 dimensioni di soddisfazione dell’esperienza accademica, ovvero riguardo la scelta del corso di studi, i servizi, le relazioni, le modalità di studio, l’utilità del corso di studi prescelto per il percorso di carriera; College Performance Scale – CPS (Boerchi, Lodi & Magnano, 2018), per la valutazione di fattori non cognitivi implicati nelle performance e nella soddisfazione accademica (area relazionale, del Sé, studio); Flourishing (Diener et al., 2010), per la valutazione della prosperità socio-psicologica; la scala SWLS (Diener et al., 1985) per la soddisfazione di vita. L’obiettivo è rilevare atteggiamenti e comportamenti che le/gli studenti mettono in atto e i sentimenti che provano durante il percorso universitario attraverso la valutazione di tre macro-aree generali: l’area del benessere personale e della soddisfazione accademica, l’area delle competenze “non intellettive” accademiche e l’area delle risorse psico-sociali (psicologia positiva). Dopo la compilazione del questionario, le persone ricevono un breve profilo che evidenzia quali possano essere i loro punti di forza e le aree di possibile miglioramento. Allo stesso tempo, il profilo consente alla/al professionista di potenziare l’efficacia dell’intervento, sostenendole nelle loro esigenze e sviluppando proprio quelle forze “positive” che possono accompagnare il fronteggiamento delle avversità e la promozione del benessere. I cambiamenti, anche se talora imprevedibili (come l’attuale periodo), sono infatti parte delle nostre vite e le trasformazioni possono essere utilizzate anche come opportunità di sviluppo, di crescita, di progresso, purché sostenute e affrontate con resilienza, ottimismo, speranza, coraggio.
Vengono, altresì, rilevate le motivazioni della richiesta di accesso al Servizio. Le più frequenti, in questo periodo, sono: gestione delle emozioni, affrontare questioni personali che incidono sulla carriera da studente e accrescere le proprie risorse psicosociali. La necessità principale è quella di fronteggiare l’impatto della situazione emergenziale sulla carriera e sulla sfera personale. Sono emerse difficoltà rispetto alle nuove modalità telematiche di svolgere le lezioni e gli esami (sia in forma scritta che orale) ma soprattutto la mancanza di spazi in cui studiare insieme, di ritrovarsi in gruppo inteso anche come fattore positivo per l’autoregolazione e l’autodisciplina personale rispetto lo studio. Sono emersi anche malesseri e disagi probabilmente sospesi, in stallo, non ascoltati, e che sono “esplosi” durante la pandemia. Le osservazioni dei counselor hanno, infatti, evidenziato: l’aumento di problemi nelle relazioni intime, problemi relazionali in famiglie conflittuali e con aggressività espressa (esacerbata dal dover vivere costrittivamente insieme), difficoltà a concentrarsi nello studio e a mantenere tale attività costante nel tempo, difficoltà nel sostenere gli esami a distanza, con manifestazioni di sofferenza per l’essere in video e vedere il proprio volto durante la performance (nonché la paura del giudizio dei pari), attacchi di panico, episodi di ansia sociale, aumento dell’ansia da prestazione. L’eterogeneità di queste situazioni sembra rendere più evidente quanto, frequentemente, siano anche le difficoltà personali a incidere in modo negativo sul percorso universitario e quanto, quindi, sia fondamentale per le/gli studenti poter fruire di uno spazio competente di ascolto e dialogo in grado di riconoscere quei fattori che possono incidere negativamente e, di fatto, ostacolarlo. Fondamentale, in particolare nell’attuale circostanza di vita, è sostenere le/gli studenti ascoltando, accogliendo, affrontando insieme le loro paure e preoccupazioni. Entrare in contatto con il proprio vissuto emotivo, prenderne confidenza, può attivare risorse e strumenti personali efficaci a contrastare il senso di disorientamento e di impotenza, di demotivazione, sconforto, paura, incertezza, perdita, aspetti questi ridondanti in ognuna e ognuno di loro. Questo permette anche di leggere non solo i tanti elementi negativi della situazione attuale, ma il potenziale positivo che sarà possibile apprezzare una volta superata l’emergenza: leggere la crisi e le avversità anche come opportunità di crescita e assunzione di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri.