Il recente studio di Nota, Santilli, Ginevra e Soresi (2014) “Employer Attitudes Towards the Work Inclusion of People with Disability”, pubblicato nel volume 27 del Journal of Applied Research in Intellectual Disabilities ha ispirato la dott.ssa Nova Sekhon, esperta di marketing della Simon Fraser University (USA), a considerare gli atteggiamenti dei datori di lavoro e i fattori che contribuiscono ad influenzarli nell’assunzione di persone con disabilità.
Lo studio prende in esame gli atteggiamenti di un gruppo di 80 datori di lavoro nell’assunzione di persone con disabilità sensoriali, intellettive e con problemi del comportamento, constatando, in sintonia con letteratura internazionale (vedasi per una rassegna Soresi, 2016), atteggiamenti meno favorevoli nei confronti di lavoratori con disabilità, e in tal senso, forme di discriminazione e pregiudizio che possono comportare consistenti ostacoli alla loro partecipazione lavorativa. Peraltro, gli autori hanno osservato, a prescindere dal tipo di disabilità considerata, atteggiamenti più positivi quando venivano fornite ai datori di lavoro delle descrizioni che enfatizzavano gli aspetti positivi, in cui il focus era posto sulla presentazione dei loro punti di forza e delle caratteristiche che potevano aiutare ad individuare azioni e attività da svolgere nel contesto professionale. Gli autori commentano che questo è in sintonia con la classificazione internazionale del funzionamento (Organizzazione Mondiale della Sanità, 2013) e con i recenti modelli nell’ambito della disabilità che pongono attenzione alle caratteristiche positive, ai punti di forza e alle abilità che sono centrali per le persone con e senza disabilità per relazionarsi adeguatamente agli altri e per far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide dei contesti sociali e lavorativi.
L’attenzione ad una modalità positiva di presentazione delle persone con disabilità ha favorito, come precisato dalla dott.ssa Nova Sekhon, l’assunzione di una donna di 42 anni con disabilità dello sviluppo e la sua partecipazione alla vita lavorativa e sociale. Un risultato, a nostro parere, particolarmente rilevante, soprattutto in un contesto come quello attuale in cui, in relazione alla crisi economica, ai cambiamenti, all’incertezza e ai fenomeni di disoccupazione e sotto-occupazione, le attuali probabilità e possibilità di inclusione lavorativa delle persone con disabilità tendono a ridursi, tanto che il tasso di occupazione per le persone con disabilità è circa il 20% in meno rispetto a quello per le persone senza disabilità (44%; Loisel & Anema, 2013).
Sembra quindi importante che operatori di orientamento interessati all’inclusione lavorativa stiano attenti a come parlano dei loro clienti e delle diversità che li animano e, soprattutto, stimolino i datori di lavoro ad evitare generalizzazioni e descrizioni prevalentemente negative dei lavoratori con disabilità e vulnerabilità e a dare enfasi alle differenze e ai punti di forza che sono presenti in ciascuno (McManus, Feyes, & Saucier, 2010).
Riferimenti bibliografici
Loisel, P. & Anema, J. R. (2013). Handbook of work disability, prevention and management. New York: Springer.
McManus, J. L., Feyes, K. I. & Saucier, D. A. (2010) Contact and knowledge as predictors of attitudes toward individuals with intellectual disabilities. Journal of Social and Personal Relationships 28, 579-590.
Nota, L., Santilli, S., Ginevra, M. C., & Soresi, S. (2014). Employer attitudes towards the work inclusion of people with disability. Journal of Applied Research in Intellectual Disabilities, 27, 511-520.
Organizzazione Mondiale della Sanità-OMS (2013). How to use the ICF: A practical manual for using the International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF). Geneve: OMS
Soresi, S. (2016) (Ed.). Psicologia delle disabilità e dell’inclusione. Bologna: Il Mulino.