Michela Apruzzi, Maddalena Frappetta e Maria Zallo
“Cosa vuoi fare da grande?”, è la domanda che più spesso viene rivolta ai bambini e alle bambine quando desideriamo dimostrare loro che siamo interessati al loro futuro. Soresi recentemente (2023) ha affermato che tale domanda è una richiesta che gli orientatori e le orientatrici dovrebbero considerare inopportuna e obsoleta.
Potremmo dimostrare il nostro originale interesse nei confronti dei nostri bambini e delle nostre bambine sostituendo quel ‘fare da grande’, riferendoci esplicitamente e sin da subito al futuro.
Partendo da quest’ultimo suggerimento, prendendo in considerazione gli approcci teorici e le procedure metodologiche presentate durante il corso di Alta Formazione “ORIENS – Orientamento a scuola: progettare futuri equi, inclusivi e sostenibili”, promosso dal Laboratorio La.R.I.O.S. (Laboratorio di Ricerca e Intervento per l’Orientamento alle Scelte) dell’Università di Padova, noi insegnanti della scuola dell’infanzia dell’Istituto Comprensivo “Matteo Ricci” di Roma, a conclusione del percorso, abbiamo deciso di metterci in gioco partendo proprio dall’idea di futuro dei nostri bambini e delle nostre bambine.
Con questo proposito, in collaborazione con il Laboratorio La.R.I.O.S., è stata progettata un’attività laboratoriale “Per noi vorremmo…impegnarci e lavorare per un futuro migliore” che potremmo definire 5.0 (Soresi, 2022).
Il laboratorio nello specifico è rivolto ai bambini e bambine di cinque anni e ha lo scopo di promuovere una conoscenza sul futuro professionale che tenga conto di un’idea di lavoro complessa, che prenda in considerazione non solo il proprio benessere ma anche quello comunitario e dell’ambiente che ci circonda.
L’attività laboratoriale è strutturata in 15 incontri a cadenza settimanale di circa 90 minuti.
Gli obiettivi nello specifico che ci si propone di perseguire sono i seguenti:
- Promuovere le abilità di immaginare scenari futuri, con l’idea che i risultati futuri, ciò che accadrà, potrà essere influenzato in parte dalle scelte che già sin dalla primissima infanzia i bambini e le bambine vengono chiamate a compiere nel contesto quotidiano;
- Promuovere una riflessione sul futuro in un’ottica preventiva, considerando le sfide globali associate all’inclusione e allo sviluppo sostenibile, e incrementando una visione positiva dello stesso, trasformando le conoscenze e le preoccupazioni in azioni concrete per il cambiamento.
- Acquisire comportamenti positivi e protettivi verso l’ambiente;
- Acquisire comportamenti eticamente corretti e rispettosi nei confronti dei bambini e delle bambine della nostra scuola e degli uomini e delle donne in generale.
- Supportare i bambini in una primissima descrizione grafica di quella che potrà essere considerata la loro “Mission Possible” per il futuro, che tenga conto delle attività che vorrebbero continuare a sviluppare per affrontare i problemi del futuro, gli ambienti in cui vorrebbero svolgere e le persone con cui vorrebbero collaborare.
Durante gli incontri i bambini e bambine dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia verranno accompagnati a dialogare e riflettere sul futuro e sulle professioni del futuro con la formichina Nerina.
Nerina, attraverso il racconto delle sue avventure, inviterà i bambini e le bambine a scoprire e inventare nuove attività professionali che in parte possono contribuire a risolvere i problemi che ci circondano. Durante gli incontri si inviteranno i partecipanti a riflettere sulle 4 principali sfide che rientrano tra quelle identificate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) (Persone, Prosperità, Pace, Pianeta, Partnership). Nello specifico, considerando l’età dei bambini si sono selezionate le seguenti sfide: guerra, inquinamento, povertà e inclusione sociale.
Attraverso l’utilizzo di racconti, video educativi, rappresentazioni grafiche e conversazioni guidate su questi temi, i bambini e le bambine verranno stimolati a riflettere sulle conseguenze delle sfide sul mondo del lavoro e sul benessere delle persone e dell’ambiente sia in relazione ad un contesto prossimale a loro noto che nel contesto distale, cercando di portarli ad assumere via via una visione globale e cosmopolita.
Verranno anche fornite ai bambini e alle bambine alcune domande-stimolo sulle storie raccontate e sui video mostrati per guidarli nel trovare una soluzione e nell’individuare quali azioni e strumenti lavorativi potrebbero essere utili nell’affrontare le sfide e i problemi discussi insieme.
Al fine di analizzare la validità dell’intervento, all’inizio e al termine dell’attività laboratoriale è prevista l’utilizzo di un’intervista semi strutturata per valutare l’idea di futuro, le preoccupazioni associate ad esso e le conoscenze professionali.
Il laboratorio, così come strutturato, potrebbe essere un punto di partenza per progettare e implementare programmi di orientamento precoci, da realizzarsi in contesti scolastici della prima infanzia, incoraggiando i bambini e le bambine a considerare il proprio futuro e a immaginarlo al di fuori dei bordi e dei confini delle possibilità.
Chi prende coscienza di appartenere a una comunità deve fondare la sua resistenza al male su due pilastri fondamentali: anzitutto il concetto della uguaglianza di tutti i cittadini nei diritti e nei doveri e poi la preoccupazione del bene comune, e non del bene di una sola parte.
(Don Andrea Gallo)