Orientamento 5.0: Presupposti teorici per costruire ‘futuri’ di qualità, equi, inclusivi e giusti

A cura di Caterina Ferrara

A conclusione del Corso di Perfezionamento in Orientamento e Career Counseling per l’Inclusione, la Sostenibilità e la Giustizia Sociale, percorso che mi ha molto coinvolta sia a livello emotivo che cognitivo, ho pensato di ‘mettermi in gioco’ con un lavoro che possa coniugare il grande valore ‘sociale’ e ‘comunitario’ dell’Orientamento, inteso come processo di ‘trasformazione’ con i principi di progressione personale e realismo.

Il mio ‘mettermi in gioco’ parte da riflessioni sul mio contesto lavorativo e di come le variabili potrebbero essere collegate da un filo rosso quale l’orientamento secondo il Life Design. Le mie ‘considerazioni’ cercheranno di fare una disamina del contesto socio-culturale e lavorativo che mi circonda e come questo potrebbe enormemente trovare benefici e soprattutto nuova consapevolezza dall’approccio dell’Orientamento 5.0. Cercare quindi di creare ‘le basi’ per ‘futuri’ più consapevoli, inclusivi e orientati alla giustizia sociale.

Ciò che mi ha profondamente coinvolta è il considerare l’Orientamento 5.0 come ad un ‘processo’ che coinvolge più livelli, partendo dal micro-sistema, passando per il meso a sino ad arrivare al macro- sistema. L’Orientamento, inteso come ‘co-costruzione’ di ‘senso’, implica trasformazioni nel singolo, nel mondo che lo circonda, ma anche nello stesso professionista dell’orientamento. L’Orientamento è un Compito non facile, che richiede una grande energia cognitiva e affettiva e, partendo da qui, anche l’inderogabile necessità da parte di chi ha cura di avere cura di sé; fondamentale però è una Politica che predisponga tutte le condizioni affinché chi ha ‘cura’ trovi il maggior sostegno possibile all’esercizio del suo lavoro. Chi si assume la grande responsabilità dell’Orientamento deve poter contare sul sostegno del contesto, perché la realtà si cambia non da soli ma insieme.

Io vivo in una realtà ‘complessa’ e ‘ difficile’, sono supervisore di operatori di ‘centri per la famiglia’ e ‘piani di zona’ dove l’utenza è multi-problematica e gli stessi professionisti, pur essendo molto preparati e lavorando con grande sensibilità, sono disillusi e lottano a volte contro ‘i mulini a vento’. Gli aspetti e i livelli micro-meso-macro sono messi a dura prova e, a volte, con nessun livello di interazione tra questi e, cosa più grave non c’è ‘idea di futuro/i da poter costruire’ e in alcuni strati della popolazione c’è un senso di ‘rassegnazione’ e ‘accettazione’ dello status quo.

I/le professionisti/e che supervisiono lavorano in contesti in cui la persona è seguita e supportata in tutti gli aspetti della vita (sociale, psicologico, e lavorativo), ma non hanno percezione di ‘rapporti e correlazioni’ tra il sistema meso e macro che li circonda. Le categorie che vengono supportate sono Giovani e adulti a rischio di ‘vulnerabilità’ e persone che stanno vivendo periodi di ‘nuove povertà’.

Purtroppo, stiamo vivendo in una società improntata alla ‘vulnerabilizzazione’, e citando il prof. Soresi la vulnerabilità crea “…situazioni che producono a molti, a tutti o quasi, disagi danni e rischi di grave intensità, sono talmente complessi e preoccupanti che sembrano non ammettere soluzioni univoche definitive e valide per tutte le persone e tutti i contesti…’ (Soresi 2022). Nella nostra società in cui l’Antropocentrismo permea tutti i contesti, le ‘vulnerabilità’ dove ci sono vengono rimarcate, sottolineate e creano un gap profondo tra le persone, e fra queste e la società. Le ‘vulnerabilità’ sono ‘deficitarie’ per vari aspetti: le Disabilità, la classe sociale, il genere, l’età, il background, l’etnia, ma anche di precaria salute mentale, dovuta a situazione problematiche e disagiate.

La società che presenta ampie frange della popolazione ‘vulnerabile’ con differenti variabili, purtroppo, è destinata a far prevalere forme di sfruttamento, precariato, trattamenti diseguali e iniqui e all’accettazione di lavori ingiusti e sotto-pagati. Secondo l’ultima relazione del Censis (2023), il 10% della popolazione italiana si trova ora in una condizione di ‘nuova povertà’, caratterizzata non solo dalla mancanza di risorse economiche, ma anche dall’isolamento sociale, dalla precarietà lavorativa, dalla difficoltà di accesso ai servizi essenziali (come l’istruzione, le strutture sanitarie ecc.) e di conseguenza viene meno il senso di ‘Inclusione’ e di appartenenza alla comunità. In più c’è da sottolineare che tutto ciò ha enormi ripercussioni anche sull’aspetto della sanità mentale, dove non c’è senso di appartenenza non c’è senso di ‘riconoscimento dell’altro in quanto Sé.

Mi piace, a sostegno delle mie riflessioni riportare quanto scritto da Nota, Santilli e Di Maggio in merito alle nuove Povertà: “….Studiare e affrontare le forme emergenti di povertà che vanno oltre la semplice mancanza di risorse economiche, includendo aspetti come l’accesso all’educazione, alla salute e alle opportunità di lavoro……’.

In una società complessa e capitalista come quella attuale, anche le ‘povertà’ hanno una diversa connotazione, Zygmun Bauman parla di ‘nuove povertà’ mettendo in evidenza che una cosa è essere poveri in una società di produttori e in piena occupazione; un’altra cosa è essere poveri in una società consumistica e capitalistica, in cui i progetti di vita si costruiscono più sulla base delle scelte del consumatore che sul lavoro, e sulle competenze professionali… Anche il prof. F. Capra nel testo Il Tao della Fisica scrive ‘…questa corsa verso il benessere continuo crea un ambiente fisico e mentale in cui la vita è diventata malsana’.

In merito alle nuove povertà, indubbiamente la crisi economica, la disoccupazione e la precarizzazione del lavoro hanno esposto sempre più individui a condizioni di vulnerabilità. Questo fenomeno non riguarda solo la povertà assoluta, ma anche la povertà relazionale e simbolica, che considera il grado di soddisfazione delle persone rispetto ai vari aspetti della vita come la salute e il tempo libero. Inoltre, il rapporto Caritas 2023 evidenzia il fenomeno dei ‘working poor’, ossia persone che, pur lavorando, non riescono a guadagnare abbastanza per una vita dignitosa.

La dimensione politica mal gestita (livello macro) ha sempre delle ricadute sociali (a livello meso della società, qualità dei servizi ecc.) e al livello micro (dello stesso cittadino). In questa prospettiva, l‘Orientamento, inteso come processo di ‘trasformazione’, è un ‘processo’ che incide su più livelli, che coinvolgono sia il macro che il meso che micro sistema e crea una interazione ‘dinamica’ tra fattori culturali, contestuali e psicosociali. Noi professionisti, ormai, lavoriamo su ‘sistemi complessi’ che interagiscono su più livelli: micro, meso, macro; e dovremmo essere capaci di essere ‘agenti di cambiamento e di trasformazione’ sia in noi stessi che nelle persone con le quali interagiamo ed entriamo in relazione.

Il Prof. Gosetti mette in relazione, in maniera esemplare, il ‘lavoro equo e dignitoso con la libertà e l’uguaglianza; “Il lavoro dignitoso riassume le aspirazioni delle persone nella loro vita lavorativa. Comporta l’opportunità di un lavoro produttivo e di un reddito equo, la sicurezza sul posto di lavoro e la protezione sociale per tutti, migliori prospettive di sviluppo personale e di integrazione sociale, la libertà di esprimere le proprie preoccupazioni, di organizzarsi e di partecipare alle decisioni che riguardano la propria vita e la parità di opportunità e di trattamento per tutti gli uomini e le donne…”. L’orientamento si pone quindi ‘in mezzo fra impresa e soggetto’, dando spazio alla persona e assumendo una valenza sociale. La ‘consapevolezza’ di ogni lavoro equo e dignitoso dà vita ad una ‘etica del lavoro’ che quindi coinvolge anche le aziende, le scuole di formazione, i sindacati, ecc. (livello meso) fino ad arrivare alle Politiche del lavoro e al concetto stesso di ‘lavoro’ inclusivo e sostenibile.

E in quest’ottica di ‘fenomeni complessi’ che interagiscono fra di loro e sono contesto-dipendenti che i concetti del Life- design trovano la loro ‘ragione d’essere’. Nel mio contesto lavorativo, rifacendomi ad un criterio di realtà e ad una lettura del Sistema/Sistemi appunti complessi e interagenti i concetti del Life Design potrebbero dare una nuova lettura e, soprattutto, consapevolezza ai lavoratori, ai professionisti che si occupano del loro inserimento lavorativo e andando sempre più oltre ai sistemi (dalle scuole di formazione, ai servizi patronati, ecc. e agli uffici delle politiche sociali e del lavoro).

Il Life Design è un modello innovativo per la consulenza in orientamento che enfatizza la continua evoluzione dell’individuo, della società e dell’economia moderna. Questo approccio si basa sul costruzionismo sociale, che vede l’identità e la conoscenza come prodotti dell’interazione sociale. Esso aiuta le persone a gestire l’incertezza e le frequenti transizioni, integrando armoniosamente i diversi contesti di vita, lavoro, valori personali, aspettative e desideri. L’Orientamento inclusivo e sostenibile (Soresi, Nota, Ginevra, Santilli, Di Maggio, 2018, 2019) lavora sulle risorse e i bisogni, cercando di far sviluppare un ‘processo di trasformazione positiva’ e di consapevolezza personale, sociale e civica’ ciò che viene definito ‘coscienza critica’.

Il Career Counselling tende ad attivare uno sviluppo delle capacità umane e sociali dell’individuo, in vista di un maggior benessere possibile personale, e quindi contestuale e comunitario. Consente di riformulare il concetto di ‘Flourishing, ovvero il vivere un ventaglio di possibilità di funzionamento che connota produttività, crescita e resilienza. Aiuta a dare nuove letture, far conoscere nuove possibilità e realizzazione di scelte, ma porta con sé anche un gran carico ‘emotivo’ e di ‘coscienza’ perché dare, secondo me, ‘conoscenza’ è dare ‘possibilità di decisione’ e di conseguenza da più potere… in altre parole, se conosco sono più libera e agisco secondo valori che mi rappresentano.

Queste mie ‘riflessioni’ hanno cercato di mettere, quindi, in evidenza come l’Orientamento 5.0 potrebbe supportare, creare sinergie, opportunità e coscienze critiche in tutte le persone e nei vari contesti correlati e connessi fra di loro. Alla luce di tutte queste riletture, affondi e considerazioni credo vivamente che il contesto socio-culturale e lavorativo che mi circonda, potrebbe enormemente trovare benefici e soprattutto nuova consapevolezza dall’approccio dell’Orientamento 5.0.
Spero di esserci riuscita e, ipotizzo, che a queste ‘riflessioni teoriche’ si possa aggiungere la creazione di ‘attività laboratoriali’ create di volta in volta per target sempre più definiti e autodeterminati; per arrivare a generare Futuri di qualità. consoni e vicini. Concludo con l’etimologia della parola ‘orientamento’ che racchiude il ‘senso’ e il ‘significato’ dell’importante lavoro a cui tende: Orientamento: ‘oriens’ oriente e dal verbo ‘oriri’ sorgere.

BIBLIOGRAFIA

  • Soresi, S. Linee guida per un orientamento difficile’ in Newsletter Sio 2023, già pubblicato su Scuola 7.
  • 57° Rapporto annuale Censis 2023 sulla situazione attuale del paese
  • Rapporto statistico nazionale Carita 2024’la povertà in Italia’
  • G. Colombo, ‘L ‘Italia è una Repubblica fondata sul lavoro precario’, ed. Garzanti, 2023.
  • Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.; Direzione Generale per la Lotta alla povertà e per la programmazione sociale.
  • G. Gosetti,’ la qualità della vita lavorativa’ ed. FrancoAngeli, 2022
  • N. Bobbio, ‘ il futuro della democrazia’ ed. Einaudi, 1995
  • L. Canfora ‘ La schiavitù del Capitale’ ed. Il Mulino, 2017
  • Z. Bauman, ‘ le nuove povertà’, ed. Castelvecchi, 2018
  • F. Capra, ‘Il tao della fisica’ ed. Adelphi, 1989
  • G. Rolls, ‘ Casi Classici della psicologia’ ed. Springer, 2011
  • L. Nota.., S. Soresi S., ‘ Life Design: un paradigma per la costruzione professionale del XXI secolo’, pubblic. In GIPO- Giornale Italiano di Psicologia dell’Orientamento, 2010
  • L. Nota ., S. Santilli ., I. Di Maggio I., ‘La costruzione di in futuro inclusivo e sostenibile’, ‘ Building an inclusive and sustinable future’, in rivista di Scienze dell’Educazione, 57 (2019), pp. 221-223
  •  M. Lee,’ Trascending Crisis, by attending ro care, emotions and Flourishing, ed. Routledge, 2023,
  • Carta Memorandum- a supporto dell’orientamento e del caree-counselling- a cura della Sio e della Larios
  • E. Morin, ‘ I 7 saperi necessari all’educazione del futuro’, ed. Cortina, 2001
  • Keynes, Shmotkin e Ryff, (Trad. it.) ‘Funzionamento psicologico positivo, prove per un nuovo costrutto e la sua misurazione), 2022)
  • S.Soresi., L. Nota., ‘ Astrid, Portfolio per l’ assessment, il trattamento e l’integrazione delle disabilità, 2007
  • S.Soresi, L. Nota. Indicazioni per la formazione e lo sviluppo del conselling: concetto di valorizzazione psicologica , Larios)
  • S. Santilli,i. Di Maggio, M.C. Ginevra, L. Nota, S.Soresi, (2020), Dall’approccio Life Design ad un orientamento a vantaggio del perseguimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030=. In Soresi S. nota L. Santilli s. ( a cura di ) Il Contributo dell’ Orientamento e del Counselling ll’Agenda 2030 (Cleup)
  • M.C. Ginevra, L. Nota, S. Santilli, ‘ Futuro e orientamento, non sono più quelli di una volta’, pubbl. nel volume ‘ l’orientamento e la progettazione professionale’ , 2020.
  • M.C. Ginevra, ‘ La formazione in materia di Orientamento e il caree counselling’, pubbli.nel volume ‘ Il contributo dell’orientamento e del counselling all’agenda 2030’, 2019
  • Newsletter 2021/2022 Sio
  • Materiale di studio e di approfondimento corso di perfezionamento: Orientamento e Caree counseling per l’inclusione, la sostenibilità e la giustizia sociale. A.a.2003/2004