La prospettiva Life Design al Politecnico di Milano
Camussi Elisabetta1, Annovazzi Chiara1;2, Rella Riccardo1, Grigis Paolo1, & Cesarani Alessandro1
1Università Milano-Bicocca – Dipartimento di Psicologia
2Università della Valle d’Aosta – Dipartimento di Scienze umane e sociali
Prologo: Il seguente scritto vede la descrizione di un corso universitario denominato “Life Design”, istituito nell’anno accademico 2018/2019 presso la Scuola di Design del Politecnico di Milano – Laurea Magistrale di Integrated Product Design. Il corso prende spunto dalla letteratura internazionale che negli ultimi decenni ha caratterizzato la Psicologia dell’Orientamento, in particolare la letteratura afferente al Life Design International Research Group (ad esempio, Life designing: A paradigm for career construction in the 21st century di Savickas, Nota, Rossier, Dauwalder, Duarted, Guicharde, Soresi, Van Esbroeck e Van Vianen, 2009).
La portata dei cambiamenti che durante le ultime decadi hanno caratterizzato il contesto sociale ed economico è talmente ampia e radicale da risultare di difficile descrizione. Nell’ultimo decennio in particolare, l’accelerazione di processi come globalizzazione, cambiamento demografico e progresso tecnologico ha modificato in modo profondo il mercato del lavoro; esso risulta quasi irriconoscibile, se paragonato alla sua struttura e funzionamento negli anni precedenti, sia in termini di qualità che di quantità di professioni disponibili. Forti e intricate segmentazioni, traiettorie di carriera non lineari e percorsi individuali multiformi e personalizzati caratterizzano l’attuale contesto professionale, che appare innegabilmente complesso e difficilmente navigabile utilizzando quelle modalità – sensi, significati e strategie – che solo qualche anno fa sarebbero state un ottimo sistema di riferimento. In questa situazione, definita ormai universalmente come “età dell’incertezza” (già nel 2016 la Società Italiana di Orientamento utilizzava questa espressione per intitolare il suo Convegno annuale, clicca qui) i quadri teorici più recenti ed accreditati in psicologia dell’orientamento si concentrano sulla possibilità – sempre più connotata dai tratti dell’urgenza – di costruire una serie di competenze utili a migliorare l’occupabilità di lavoratori e lavoratrici, salvaguardandone benessere e soddisfazione.
Facendo un passo indietro, storicamente le uniche competenze ritenute fondamentali per accedere al mercato del lavoro erano quelle tecniche, legate specificamente ad una certa professione: nel contesto contemporaneo esse sono in misura sempre maggiore considerate come un punto di partenza, una base necessaria, ma non sufficiente a garantire il successo professionale. Un ruolo sempre più centrale, come dimostrato dalla ricerca degli ultimi anni, è assunto in particolare dalle competenze denominate ‘smart’: le competenze sociali e comunicative come l’assertività; la capacità di analizzare e osservare sistematicamente tanto il mondo del lavoro nel suo insieme quanto i singoli contesti professionali in cui ci si può inserire; la capacità di individuare e riconoscere le opportunità, spesso connotate da segnali deboli e non sempre di facile detezione; la creatività per costruire nuove pensabilità e forme professionali; e infine, la competenza di osservare e gestire sistemi e situazioni caratterizzati da un gran numero di variabili differenti e diversamente intrecciate tra loro – e i problemi complessi che necessariamente ne derivano.
A partire da queste premesse, nell’anno accademico 2018/2019 e in quello 2019/2020 presso la Scuola di Design del Politecnico di Milano – corso di Laurea Magistrale di Integrated Product Design, bilingue italiano e inglese e caratterizzato da un altro livello di multiculturalità (italiani, europei, extra-europei con una buona percentuale di studenti e studentesse cinesi) – è stato istituito il corso obbligatorio “Life Design”, corso che prende spunto dalla letteratura internazionale che negli ultimi decenni ha caratterizzato la Psicologia dell’Orientamento, in particolare la letteratura afferente al Life Design International Research Group.
Obiettivo del corso è stato quello di preparare i futuri e le future designer a fare fronte all’incertezza e alla complessità che costituisce e connota la contemporaneità, offrendo loro quadri teorici e strumenti pratici e applicativi di natura psicosociale utili a comprendere l’attuale contesto socio-economico e ad analizzare e gestire le sfide imprevedibili che lo caratterizzano. Il corso è stato strutturato in lezioni, solitamente della durata di 4 ore, caratterizzate da parti teoriche, lavori ed esercitazioni in aula e progetti di gruppo.
Le tematiche teoriche hanno riguardato, in particolare, argomenti di psicologia sociale – i gruppi, la socializzazione, l’influenza sociale maggioritaria e minoritaria, gli stereotipi e i pregiudizi, la leadership – e di psicologia dell’orientamento, come l’approccio teorico del Life Design di Savickas, la Career Adaptability e le sue dimensioni di curiosità, controllo, fiducia, pre-occupazione positiva per il futuro, la narrazione e l’importanza delle storie di vita per la progettazione professionale e le competenze psicologiche positive come la resilienza, la speranza, l’ottimismo e il coraggio.
I lavori in aula, pensati sulla base delle tematiche teoriche affrontate, hanno avuto come obiettivo lo sviluppo di progettualità professionale, di competenze psicologiche positive e di capacità di comunicazione e lettura delle dinamiche di gruppo. In particolare, si sono svolte esercitazioni di gruppo e individuali guidate da psicologi e psicologhe esperti/e di psicologia dell’orientamento e career counseling. Ad esempio, dopo aver trattato l’approccio del Life Design da un punto di vista teorico, agli studenti e alle studentesse è stato chiesto di rispondere individualmente a “La Mia Storia Professionale”, (Savickas, 2012), affinché sviluppassero riflessività sulle proprie traiettorie personali e professionali (Per maggiori informazioni sull’intervista La mia storia professionale, clicca qui)
I progetti di gruppo – trasversali all’intera durata del corso e confluenti in una presentazione finale, parte integrante della valutazione – hanno riguardato il tema della sostenibilità nelle sue componenti economiche, ecologiche e sociali. In particolare, ad ogni gruppo è stato richiesto di scegliere uno dei 17 Obiettivi Globali per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, selezionando come meta a cui tendere per il proprio progetto uno o più dei target di cui ogni Obiettivo si compone. I gruppi, formati all’inizio del corso in modo da aumentare il più possibile il grado di eterogeneità dei/delle componenti, di diverso genere e provenienza geografica, nel susseguirsi delle lezioni, attraverso momenti di revisione con le docenti e i/le tutor del corso, hanno avuto modo di lavorare a progetti incentrati su prodotti e/o servizi sostenibili, imparando al contempo a collaborare in ottica multidisciplinare e multietnica.
Nei feedback raccolti al termine delle due annualità, gli studenti e le studentesse indicano che, a fronte di un’iniziale fase di adattamento alla materia e ai concetti di natura psicosociale, percepiti come differenti e a volte distanti da quanto studiato negli altri insegnamenti, il corso ha favorito lo sviluppo di competenze personali, consentendo di gestire in modo più consapevole ed efficace i propri percorsi di carriera e attivando riflessività sul tema della progettualità personale e professionale. In particolare, molti/e hanno riferito di avere acquisito nuove modalità di pensare al proprio futuro, vedendo ampliata la propria rosa di possibilità occupazionali. Inoltre, è stata generalmente riportata una crescita non solo del proprio ottimismo e speranza nel futuro, nei termini di una più efficace capacità di attuare strategie per realizzare i propri obiettivi, ma anche di curiosità e coraggio di esplorare prospettive differenti da quelle considerate scontate prima dell’inizio del corso, evidenziando un processo di trasformazione delle proprie credenze irrazionali in convinzioni realistiche.