Il futuro oggi
a cura di Ornella Scandella
Trenta storie di orientamento
Il volume Il futuro oggi. Storie per orientarsi tra studi e lavori, pubblicato di recente da FrancoAngeli, raccoglie trenta storie di personaggi della cultura, dello sport, dell’arte, dello spettacolo, della scienza, della politica, nonchè di giovani inseriti in un percorso formativo o alle prese con le prime esperienze di lavoro.
L’idea di affrontare il tema dell’orientamento con uno sguardo focalizzato su “autobiografie” attente alle scelte formative e lavorative nasce dalla curiosità di vedere come le stesse siano state compiute e vissute, in particolare di capire quali ne siano stati i fattori incidenti. Nell’accingermi a progettare il volume, l’ulteriore idea di occuparmi delle storie di persone soddisfatte del loro percorso professionale agiva da rinforzo alla curiosità di scoprire quali scelte potessero avere influito o addirittura generato percorsi di soddisfazione. L’idea che mi muoveva era che indagare sul positivo potesse essere fonte di pensieri e riflessioni per chi è alle prese con le scelte o le sta progettando. Pur nella consapevolezza che ogni scelta – come ogni storia – sia unica e irripetibile.
L’idea di affrontare il tema dell’orientamento con uno sguardo focalizzato su “autobiografie” attente alle scelte formative e lavorative nasce dalla curiosità di vedere come le stesse siano state compiute e vissute, in particolare di capire quali ne siano stati i fattori incidenti. Nell’accingermi a progettare il volume, l’ulteriore idea di occuparmi delle storie di persone soddisfatte del loro percorso professionale agiva da rinforzo alla curiosità di scoprire quali scelte potessero avere influito o addirittura generato percorsi di soddisfazione. L’idea che mi muoveva era che indagare sul positivo potesse essere fonte di pensieri e riflessioni per chi è alle prese con le scelte o le sta progettando. Pur nella consapevolezza che ogni scelta – come ogni storia – sia unica e irripetibile.
Curiosità dunque, non ipotesi da validare o confutare, è l’atteggiamento che mi ha guidato nell’accostarmi al mondo esperienziale delle persone. Ovviamente ero consapevole di essere portatrice di alcune premesse culturali, come quella che una scelta non è mai “asettica”, trascendente il contesto di vita, avulsa dalla cultura di appartenenza e dalle relazioni sociali; e al contempo avevo il desiderio di vedere in azione questa premessa. Frutto di curiosità era anche l’intento di verificare se vi fosse sempre una correlazione biunivoca tra buone scelte e vite “privilegiate”, facilitate dal contesto di vita e/o dalle doti personali.
La narrazione di ciascuna delle trenta storie si è verificata nell’ambito di un’intervista individuale introdotta da una traccia comune, ed è stata poi ricomposta nel registro scritto dall’intervistatrice, infine ripercorsa da ogni protagonista. Ciascun racconto si è svolto nella massima libertà di raccontare e raccontarsi, con il solo perimetro dell’orientamento. E il fatto che ciascuna narrazione spazi oltre gli steccati delle scelte, includendo episodi di vita, emozioni, pensieri, valori e rimpianti, non sempre strettamente ad esse connessi, ci dice che le scelte non sono mai asettiche e si permeano della filigrana della vita. Finanche dello sguardo soggettivo del momento della narrazione, che magari, come riconoscono alcune protagoniste delle storie, ha consentito una visione nuova di fatti accaduti nel passato lontano o recente.
Ho individuato le trenta persone da intervistare, oltre che sulla base della soddisfazione provata per i percorsi professionali realizzati, su quella dell’eterogeneità di genere, età e professione svolta, mossa dall’intento di ricercare nuove informazioni attraverso raffronti e differenze, piuttosto che di definire un campione rappresentativo. Quanto all’eterogeneità dell’età ho inserito le storie di giovani che sono in pieno percorso di studio – di professione studenti -, per avere anche una testimonianza di chi sta compiendo scelte in questo tempo di incertezza e sovrabbondanza informativa.
Nel libro presento le storie suddivise in tre gruppi, corrispondenti ai periodi nei quali sono state effettuate le prime scelte formative nel passaggio dalla scuola secondaria di primo a quella di secondo grado: gli anni della ripresa economica (quelli dei sessantenni e settantenni di oggi), gli anni che ho chiamato della piena scolarità (dei quarantenni e cinquantenni), gli anni della società della conoscenza e della globalizzazione (dei ventenni e trentenni).
Il repertorio delle storie di orientamento costituisce la prima parte del libro, che si conclude con uno sguardo di insieme sulle prime evidenze e sui significati che esse mi ispiravano, e che spazia dal ruolo dei contesti di vita, in particolare il ruolo della famiglia e della scuola, all’incidenza delle qualità personali sulle scelte, fino alle differenze generazionali. Per non rinunciare alla ricchezza dell’intero repertorio costruito, alcune storie sono state inserite sul sito dell’editore, dove sono reperibili.
Tre saggi che interrogano le esperienze narrate nelle storie
Dalle storie alle pratiche di orientamento è il passaggio che compiono insieme a me nella seconda parte del libro Laura Nota e Salvatore Soresi interpretando le esperienze narrate alla luce delle teorie di riferimento. Diversamente dalla prima parte di carattere narrativo, la seconda si compone di tre saggi: il primo, di cui è autrice Laura Nota, è dedicato al ruolo dei genitori nell’orientamento di figli e figlie; il secondo, di cui sono l’autrice, al ruolo della scuola e alle sue pratiche orientative; il terzo, di Salvatore Soresi, tratta delle caratteristiche personali messe in campo per orientarsi dai protagonisti e protagoniste delle storie, e del contributo che può dare l’orientamento nel perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Genitori di ieri e di oggi
In questo capitolo l’autrice, sostenendo l’idea unanimamente condivisa che le relazioni sociali, in particolare quelle tra genitori e figli, sono importanti nello sviluppo professionale dei giovani, compie una lettura incrociando dati di ricerca sulle influenze genitoriali con le narrazioni delle persone coinvolte nel volume. E, attingendo esempi dalle storie, evidenzia come il supporto genitoriale possa essere ‘nutritivo’ nella costruzione di una vita professionale di qualità, come fattore di protezione e di promozione.
Dalle relazioni instaurate con i figlie e le figlie e dalle esperienze apprenditive promosse a loro favore, infatti, i genitori esercitano una funzione di supporto alle scelte. E in diverse direzioni: sviluppo di autonomia, di motivazione intrinseca e desiderio di essere autodeterminati; acquisizione della percezione di essere in grado di farcela confidando nelle capacità possedute; promozione di interessi, acquisizione della capacità decisionale e di quella di definizione di piani circa il futuro professionale. L’autrice inoltre, dichiarandosi preoccupata per le difficoltà sociali ed economiche del momento attuale, spiega come i genitori di oggi, rispetto a quelli di un tempo, sperimentino maggiori difficoltà nel supportare i figli nella costruzione della loro vita professionale, a causa dell’incertezza percepita verso il futuro e, magari, delle difficoltà che loro stessi vivono nel gestire la propria vita professionale.
La scuola che orienta
Il capitolo dedicato alla scuola, pur pensato per insegnanti dei cicli secondari, potrebbe avere come potenziali destinatari anche altri adulti: genitori, orientatori e coloro che sono in genere interessati a comprendere cosa si fa, o si potrebbe fare, a scuola per aiutare i giovani a orientarsi verso il futuro.
A partire dal presupposto della scuola come dispositivo che prepara alla vita, ne ripercorro le prerogative e responsabilità in tema di orientamento. Rifletto sul contributo che ciascuna didattica disciplinare può fornire all’educazione alle scelte, pur non facendo direttamente orientamento, e dedico un’attenzione particolare alle ricadute sul piano orientativo di quella che oggi può essere considerata un’”emergenza educativa”.
Entro poi nel merito delle specifiche attività da dedicare a scuola all’orientamento degli studenti e studentesse: moduli inseriti nel curricolo, iniziative informative, counselling. Nello scenario delle pratiche orientative scolastiche, offro ampio spazio all’analisi del consiglio che gli insegnanti formulano al termine del percorso dell’obbligo di istruzione sul proseguimento degli studi e ne argomento potenzialità e limiti, sostenendo che, stante l’utilizzo che se ne fa ancora in diverse realtà scolastiche, urge un ripensamento complessivo sulla sua stessa natura e utilità. Compio infine un’analisi dell’alternanza scuola-lavoro come strumento di apprendimento dall’esperienza, ritenendola utile, a condizione che sia di qualità, ovvero ben progettata e gestita con competenza.
Per un orientamento di qualità a vantaggio di uno sviluppo equo e sostenibile per tutti
Il terzo saggio della seconda parte del libro è rivolto prevalentemente a coloro che si occupano di orientamento per professione. Dopo avere constatato la manifestazione di una bassa domanda di orientamento da parte dei protagonisti e protagoniste delle storie, l’autore argomenta il riscontro da lui trovato tra alcune peculiarità emerse nei processi orientativi narrati e alcuni modelli di orientamento. Richiama, ad esempio, il modello della ‘casualità pianificata’, che riconosce un’importanza fondamentale alla capacità di cogliere opportunità e accadimenti casuali dei contesti di vita a beneficio della propria ‘carriera professionale’. O quello proposto dalla psicologia positiva, che in molti racconti trova riscontro in alcune qualità personali evidenziate nel progettare e costruire futuro: il coraggio, l’ottimismo, la perseveranza, la resilienza.
L’autore inoltre propone 7 mosse per fare orientamento oggi in una prospettiva inclusiva, di equità sociale e sostenibilità, per andare oltre l’orizzonte del benessere individuale verso un modello di sviluppo a lungo termine e per il bene comune. E, guardando all’Agenda 2030 dell’ONU, auspica nuove piste di lavoro per coloro che operano per l’orientamento con l’intento di promuovere il diritto a vivere in ambienti sani e inclusivi. A questo fine li esorta a divenire promotori di un futuro di qualità per tutti e non circoscritto a pochi, offrendo sostegno alle persone nel cammino verso un futuro incerto e imprevedibile, in particolare a quelle più vulnerabili.
A chi si rivolge il libro
Vista la sua natura ibrida – narrativa e saggistica – il libro si rivolge nella prima parte a chi è interessato al tema dell’orientamento, o semplicemente è curioso di conoscere cosa può succedere quando si fanno scelte di studio e di lavoro, e come le hanno compiute personaggi molto noti. Senza trascurare il fatto che le storie possono costituire uno strumento utile per svolgere attività di orientamento secondo l’approccio dell’orientamento narrativo, anche come pre-testi per riflettere attorno ai futuri possibili e alle responsabilità che ciascuno è disposto ad assumersi in merito.
La seconda parte ha destinatari di elezione: genitori, insegnanti, professionisti e professioniste dell’orientamento, pur non escludendo apriori altri lettori e lettrici interessati a conoscere comunque le specifiche tematiche trattate e le pratiche orientative.
Bibliografia
Scandella O. (2019), Il futuro oggi. Storie per orientarsi tra studi e lavori, FrancoAngeli.