Diritti umani e inclusione: un volume per la costruzione di contesti inclusivi e sostenibili.
Il volume ‘Diritti Umani e Inclusione’ (editore Il Mulino, 2019) a cura di Laura Nota, Marco Mascia e Telmo Pievani, nasce nell’ambito delle numerose attività che l’Università di Padova sta realizzando in questi anni al fine di costruire contesti sociali inclusivi, solidali, attenti alle eterogeneità e alle unicità delle persone.
Nelle società attuali, caratterizzate da eterogeneità e disomogeneità sempre più consistenti e permeanti, diventa prioritario darsi da fare per favorire lo sviluppo della capacità di collaborare, avere rispetto per ogni espressione di diversità, manifestare tolleranza e solidarietà, dare valore e corpo ai diritti umani. Bisogna allenare le comunità all’inclusione e a trarre vantaggio dalle differenze, spostando i fulcri del potere, stimolando empatia, comprensione, ricerca di soluzioni innovative via via diverse di gestione di interazioni complesse. Così questo volume, nato dalla collaborazione di docenti, ricercatori e ricercatrici di dipartimenti diversi, si propone di fornire una lettura multidimensionale dei contesti sociali attuali e un’analisi delle barriere all’inclusione, da quelle architettoniche a quelle linguistiche, sociali, politiche, ecc. Si propone altresì di declinare in modo inclusivo e in linea con i diritti umani, temi e argomenti disciplinari differenti, e analizzare e proporre concetti, modelli di riflessioni, suggerimenti e spunti per l’avvio di azioni finalizzate alla costruzione di nuove società, imperniate sugli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
La premessa e la prefazione del volume, a cura rispettivamente del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Padova, Rosario Rizzuto, e della Prorettrice alla Didattica dell’Università degli Studi di Padova, Daniela Mapelli, ben sottolineano gli sforzi dell’Università di Padova per contribuire alla costruzione di contesti sociali e universitari inclusivi e sostenibili.
I primi due capitoli del volume aprono lo sguardo sull’idea di contesti inclusivi e sostenibili e sul valore che per tutto ciò può assumere il cantiere universale dei diritti umani. Il primo capitolo, in particolare, a cura di Alberto Scuttari e Laura Nota, propone l’idea di contesto quale insieme di situazioni che caratterizzano l’ambiente di vita e il funzionamento delle persone, e prende in esame le politiche vigenti, le condizioni socio-economiche, il modo di concettualizzare la vulnerabilità che contribuiscono ad influenzarlo. Il secondo capitolo, a cura di Giampiero Griffo e Marco Mascia, partendo dalla Convenzione Internazionale sui Diritti delle persone con disabilità, enfatizza la necessità di favorire una progressiva affermazione del ‘modello sociale’ della disabilità che riconosce che la condizione di disabilità e vulnerabilità deriva dalla relazione tra le caratteristiche della persona e le modalità attraverso le quali il contesto sociale organizza l’accesso e il soddisfacimento di diritti, beni e servizi.
I quattro capitoli successivi pongono l’attenzione dei lettori e delle lettrici su alcuni fattori cognitivi e linguistici che contribuiscono ad influenzare i processi di coinvolgimento o di esclusione. Nello specifico, il terzo capitolo, a cura di Silvia Carraro, Maria Teresa Dolso, Donato Gallo e Maria Clara Rossi è un’analisi storica finalizzata a mettere in evidenzia i fattori sociali che, con particolare riferimento al periodo medievale, hanno assunto un ruolo principale nel caratterizzare le dinamiche di inclusione ed esclusione delle persone con maggiori livelli di vulnerabilità. Il quarto capitolo, a cura di Telmo Pievani, si focalizza sulle questioni di genere e sulla necessità di superare una visione dicotomica e di considerare ogni individuo come un intreccio di diversità e quindi unico. Il quinto capitolo, a cura di Alberto Voci, prende in esame i meccanismi psicologici, cognitivi ed emozionali che sono alla base dei pregiudizi e degli stereotipi, e le modalità utili a favorire un clima sociale inclusivo, facendo particolare riferimento ai temi del contatto intergruppi e dell’empatia. Il sesto capitolo, a cura di Sara Santilli, Ilaria Di Maggio e Maria Cristina Ginevra, si propone di riflettere sul linguaggio quale strumento di pregiudizi e stereotipi e veicolo di manipolazioni che possono dar luogo a vere e proprie barriere comunicative implicite contro l’inclusione.
Il settimo e l’ottavo capitolo prendono in esame le sfide del mondo dell’educazione e del lavoro nell’assumere connotazioni inclusive. Il capitolo settimo, a cura di Marina Santi, Elisabetta Ghedin, Debora Aquario, Alioscia Miotto e Giuseppe Lucio Santamaria, propone la prospettiva dell’Universal Design e dell’Education for All quale cornice entro cui sviluppare le potenzialità pedagogiche di costrutti, progetti e valori alternativi, rendendoli operativi didatticamente per la costruzione di contesti sociali inclusivi. Il capitolo successivo, a cura di Paolo Gubitta e Martina Gianecchini, affronta il tema dell’inclusione nel mondo del lavoro, prendendo in esame un approccio di gestione del personale capace di stimolare l’espressione del potenziale individuale e di valorizzare le eterogeneità, arrivando anche a risultare, grazie a ciò, maggiormente produttivo.
Il nono e il decimo capitolo concentrano l’attenzione sul ruolo delle tecnologie per la promozione di contesti inclusivi. In particolare, il nono, a cura di Silvia Crafa e Ombretta Gaggi, prende in esame i vantaggi e gli svantaggi derivanti dall’utilizzo dei sistemi digitali e delinea alcune piste operative incentrate sulla necessità di progettare sistemi digitali inclusivi, aperti, democratici, accessibili e rispettosi dei diritti degli utenti, fin dalla loro progettazione. Il decimo capitolo, a cura di Sergio Canazza, Roberto Mancin, Emanuele Menegatti, Michele Moro, Antonio Rodà e Zimi Sawacha, presenta esempi di tecnologie, frutto della ricerca scientifica degli ultimi decenni nei campi della robotica, dell’intelligenza artificiale, della meccatronica, delle scienze dei materiali e della bioingegneria, e sottolinea come essi possono contribuire alla personalizzazione di ambienti e servizi a vantaggio della qualità di vita di tutte le persone.
Il capitolo successivo, a cura di Monica Salvadori, Luca Zamparo, Michele Asolati, Alessandra Menegazzi ed Elena Svalduz, si focalizza sull’accessibilità dei beni culturali e sulla messa a punto di metodologie innovative, interattive e multimediali, in grado di rendere fruibile il patrimonio artistico nazionale a pubblici sempre più ampi e diversificati, anche al fine di una crescita culturale complessiva.
I capitoli dodicesimo e tredicesimo si concentrano sull’ambiente e sulla sostenibilità. Nello specifico, il dodicesimo, a cura di Gabriella Salviulo e Simone Molinari, sottolinea che le risorse naturali disponibili sono limitate, che la crescita economica e i consumi siano anche causa di gravi violazioni dei diritti umani, di conflitti e di esclusione, e che l’aggravarsi dei problemi di sostenibilità ambientale tende a ricadere sulle popolazioni più vulnerabili, aumentando le condizioni di diseguaglianze e discriminazioni. Il tredicesimo capitolo, a cura di Massimo De Marchi, Monica Ruffato, Daniele Codato, Alberto Diantini e Salvatore Pappalardo, affronta il tema dei conflitti ambientali sottolineandone sia la dimensione ecologica che quella territoriale, ovvero le relazioni tra gruppi sociali e ambiente attraverso la condivisione di regole, valori e dei luoghi.
I due capitoli successivi affondano le loro radici nel tema della salute e del benessere: il quattordicesimo, a cura di Attilio Carraro e Erica Gobbi, prende in esame il ruolo dell’attività fisica e dello sport quali fonti di salute ed enfatizza la necessità di agire per garantirne l’accesso a tutte le persone e per ridurne le barriere alla partecipazione; il quindicesimo, a cura di Luigi M. Coppola, Antonio Mollo, Giulia Simonato e Mario Pietrobelli, sottolinea la stressa relazione tra il benessere e la salute umana ed animale, proponendo un’idea più complessa e globale di ‘salute unica’.
Infine, l’ultimo capitolo, a cura di Gioia Grigolin, Rosa Nardelli, Elisabetta Nicolucci, Laura Organte, Alessandra Biscaro, Andrea Grappeggia e Benedetta Zatti, si concentra sull’amministrazione inclusiva, ovvero un’amministrazione pubblica che partecipa attivamente alla realizzazione di un contesto sociale in grado di tesorizzare l’eterogeneità e i punti di forza di ogni persona.