A cura di Domenico Trovato
Nel solco della tradizione: i “legami” con UE e OCSE
La quarta versione delle Linee Guida del MIM (ex MIUR, ex MI), emanate con D.M. 328/2022, si caratterizza, nei suoi modelli teorici, per una sostanziale continuità con le “edizioni” precedenti. E’ pur vero che la polarità è quella di attuare la Riforma dell’orientamento disegnata dal PNRR (…” rafforzare il raccordo tra il primo ciclo…e il secondo ciclo di istruzione e formazione, per una scelta… che valorizzi le potenzialità e i talenti degli studenti, nonché di contribuire alla riduzione della dispersione scolastica e di favorire l’accesso alle opportunità formative dell’istruzione terziaria”.), ma i “fondamentali” sono stati mantenuti. E a cosa ci riferiamo? Alle dichiarate “contaminazioni” con i dispositivi normativi e con gli orientamenti dell’Unione Europea / UE e dell’OCSE, tenendo presente che, mentre i richiami ai Documenti europei sono espliciti, le connessioni con gli indirizzi dell’OCSE[1] occorre leggerle tra le righe e ricostruirle sulla base delle argomenta-zioni esplicitate. Ne forniamo un quadro esemplificativo sintetico:
Tabella 1: i “prototipi” delle Linee Guida
Categorie formative | Dispositivi Europei | Indirizzi OCSE |
Disallineamento (mismatch) tra formazione e lavoro e contrasto del fenomeno dei NEET | Il CEDEFOP (Centro Europeo per lo sviluppo della formazione professionale), ha pubblicato nel 2016 una Nota informativa[2] in cui analizza la problematica del mismatch con dati e argomentazioni, suggerendo come idonee strategie compensative quelle di ”curare” l’aggiornamento delle competenze, le iniziative di A.P., la individuazione di liste di professioni prioritarie su cui intervenire. In tal modo si potrebbe meglio affrontare l’emergenza dei NEET. | Nella prima <Survey of Adult skills>, condotta dall’OCSE in 24 Paesi[3] (2011/12) il sistema-Italia risulta uno dei più inefficaci nel far incontrare competenze e offerte di lavoro. Infatti il mismatch è molto alto sia per i lavoratori underskilled, (poco qualificati), sia per quelli overskilled (molto qualificati). Tale fenomeno genera notevoli tassi di disoccupazione giovanile e una grande platea di NEET[4]. |
Apprendimento e formazione permanente (A.P.) lungo tutto l’arco della vita | «Raccomandazione del Consiglio dell’UE, 22.05. 2018»: ridefinisce le otto competenze chiave del 2006, per un A.P. più orientato alla cultura d’impresa . | Nel 2021 l’OCSE ha pubblicato il Report Skills Outlook sul tema «Learning for Life», ribadendo l’importanza dell’A.P. soprattutto se collegato al mondo del lavoro[5]. |
Riduzione dell’abbandono scolastico precoce (target europeo: meno del 10%) | «Raccomandazione del Consiglio dell’UE 28.11.2022 » : individua nell’orientamento scolastico, nella consulenza professionale per il lavoro, leve strategiche per contrastare il fenomeno degli early school leavers (giovani che abbandonano la scuola prima di aver conseguito una qualifica secondaria). | Il Rapporto OCSE «Education at a Glance 2022» segnala che in Italia quasi 1 giovane su 4 abbandona prima del diploma di maturità (23%, media OCSE 14%). Costoro incontreranno maggiori difficoltà al momento dell’ingresso nel mercato del lavoro. |
Potenziamento della formazione tecnico-professionale, come filiera continua fino alla formazione terziaria (gli ITS Academy in Italia) e incremento della % dei titoli ai livelli 5 e 6 dell’EQF (diploma dell’EQF, diploma di Tecnico superiore e laurea triennale) | «Raccomandazione del Consiglio dell’UE, 22 maggio 2017, EQF» e «Decisione n. 2018/646 del Parla-mento e del Consiglio europei, 18. 04. 2018, Europass»: orientamento come processo continuativo che consente alle persone di identificare le proprie capacità, competenze e interessi, al fine anche di saper prendere decisioni e gestire i propri percorsi in ambito lavorativo. | L’edizione 2022 del Rapporto OCSE «Education at a Glance» rileva, per l’istruzione terziaria, una sua modesta diffusione in Italia (livello: 28%, media OCSE 47%), ma annota che ha avuto un forte incremento tra le donne (57% vs. 43% dei maschi). Occorre quindi che i percorsi di orientamento ne tengano conto. |
Rafforzamento dell’orientamento scolastico, dell’orientamento e della consulenza professionali, della formazione, per sostenere l’acquisizione di abilità e competenze di gestione delle carriere nel lavoro. | «Raccomandazione del Consiglio dell’UE, 28.11. 2022»: migliorare l’orientamento scolastico, l’orientamento e la consulenza professionale, come pure l’orientamento al lavoro, attraverso attività curricolari ed extracurricolari (apprendimento basato sul lavoro, visite ai luoghi di lavoro, attività ludiche orientate alla carriera (career game), etc. | Per una più efficace acquisizione di competenze nella gestione dei profili professionali, l’OCSE ha attivato nel 2012 la National Skills Strategy finalizzata ad implementa-re, nei Paesi aderenti, il “matching delle competenze[6]. Tale <Strategia> per l’Italia è decollata nel 2016. |
Uno sguardo alle coordinate essenziali
Il testo si articola sulla base dei seguenti ambiti distintivi:
1. La dimensione curricolare dell’orientamento
Dall’a. s. 2023/2024 vengono introdotte, per la Secondaria di I^ grado e per il primo biennio della Secondaria di II^ grado, 30 ore di orientamento, anche extracurricolari, per ogni anno scolastico; per l’ultimo triennio della Secondaria di II^ grado, 30 ore curricolari per ogni anno scolastico, da integrare con i PCTO, nonché con le attività di orientamento promosse dal sistema della Formazione Superiore e con le azioni orientative degli ITS Academy. Tale monte ore può essere gestito, per i tempi, in modo flessibile dai singoli Istituti. Sempre per l’ ultimo triennio le Scuole, in convenzione con Università ed AFAM, organizzano percorsi di orientamento della durata di 15 ore, al fine di approfondire le tematiche della transizione Scuola-Formazione Superiore. I moduli di 30 ore non si caratterizzano come una nuova disciplina, né come un’attività educativa aggiuntiva, ma rappresentano una risorsa per aiutare gli studenti a fare sintesi interdisciplinare della loro esperienza scolastica e formativa, in vista della costruzione in itinere del personale progetto di vita. A livello progettuale e didattico, la cooperazione con il territorio e con le agenzie formative presenti realizza la strategia migliore per l’attivazione di efficaci interventi, mentre la prassi laboratoriale costituisce la metodologia più idonea per coinvolgere, da protagonisti, gli studenti nei processi orientativi;
2. L’E-Portfolio come dispositivo per la personalizzazione
Questo strumento digitale accompagna lo studente (e la famiglia) nel suo percorso di orientamento, evidenziando da un lato le sue competenze digitali e dall’altro le competenze maturate nei contesti scolastici ed extrascolastici. L’E-Portfolio vuole inoltre rafforzare, in chiave orientativa, il “consiglio di orientamento”, per la secondaria di I° grado, e il “curriculum dello studente”, per la secondaria di II° grado, ricomprendendoli in un unico contenitore digitale. A tal fine le singole istituzioni scolastiche di I° e II° grado, individuano i docenti di classe chiamati a svolgere la funzione “tutor” di gruppi di studenti, in interazione costante con lo studente, la sua famiglia e i colleghi, assolvendo i seguenti compiti:[7]
a. supportare ogni studente nel rivedere i passaggi fondamentali dell’ E-Portfolio e cioè: >il percorso di studi compiuti; > lo sviluppo documentato delle competenze (anche quelle dei PCTO o di progetti europei) in prospettiva del proprio progetto di vita culturale; > le riflessioni in chiave valutativa, auto–valutativa e orientativa sul percorso svolto e sulle sue traiettorie; > la scelta di almeno un prodotto riconosciuto dallo studente in ciascun anno scolastico come il proprio “capolavoro”;
b. proporsi come “consigliere” delle famiglie, nei momenti di transizione, attingendo ai dati territoriali e nazionali e alle informazioni contenute nella piattaforma digitale unica per l’orientamento;
3. Il consiglio orientativo
Vengono confermati quello in uscita dal primo ciclo, secondo le disposizioni del DPR 14 maggio 1966, n. 362 e il Curriculum della studentessa e dello studente allegato, dall’ a. s. 2020/21, al diploma finale del secondo ciclo (L. 107/2015 e D. Lgs 62/2017);
4. Piattaforma digitale unica per l’orientamento
Tale infrastruttura digitale è stata creata per:
– archiviare l’offerta formativa e i dati necessari per poter procedere a scelte consapevoli nel passaggio dal primo al secondo ciclo di studi;
– presentare la documentazione territoriale e nazionale riguardante il passaggio dal secondo ciclo all’offerta formativa del sistema terziario (ITS Academy, Università, AFAM, dati Almalaurea,, Istat, etc.);
– favorire la transizione scuola-lavoro, con dati relativi alle professionalità più richieste nei diversi territori;
– far conoscere le migliori pratiche di E-Portfolio e di orientamento realizzate dalle istituzioni scolastiche;
– offrire uno spazio dedicato in cui sia possibile consultare la stratificazione annuale del proprio E-Portfolio.
Ad integrazione del suddetto strumento ogni Scuola individua una figura che, nel gestire i dati forniti dal Ministero tramite la piattaforma, si preoccupi di integrarli con quelli raccolti nelle differenti realtà economiche territoriali, per metterli a disposizione dei docenti (in particolare dei docenti tutor), delle famiglie e degli studenti, al fine di agevolare la prosecuzione del percorso di studi o l’ingresso nel mondo del lavoro;
5. Iniziative formative per i docenti
Nel triennio scolastico 2023-2026 l’orientamento diviene priorità strategica della formazione e dell’anno di prova e in servizio dei docenti di tutti i gradi di istruzione.
Per i docenti tutor per l’orientamento è prevista la realizzazione di interventi formativi dedicati, secondo indirizzi definiti dal MIM. La formazione dei docenti e del personale scolastico è attuata anche attraverso un programma specifico nell’ambito delle risorse del fondo sociale europeo (FSE+).
Parole e categorie concettuali: un florilegio lessicale ibrido e non rinnovato
In premessa dobbiamo osservare che il MIM continua a produrre documenti di indirizzo con una formula “meticciata” tra adempimenti normativi e riflessioni pedagogico-formative. Non è una scelta appropriata, in quanto argomentazioni e direttive vengono espresse con un linguaggio tra il pedagogese e il burocratico, creando un quadro concettuale in cui è quasi impossibile discriminare la dimensione regolamentare da quella educativa. Tale commistione la si deduce facilmente esaminando il lessico utilizzato nel testo, che inoltre continua a modulare parole/frasi e messaggi chiave di “vecchio conio” (fanno eccezione alcune “new entry”), senza alcuna prospettiva di una nuova stagione di soluzioni terminologiche come quella inaugurata da altri modelli teorici.[8] Risultano perciò del tutto assenti “parole/frasi, messaggi” che possiamo ritrovare in ricerche e in vocabolari aggiornati sul tema in esame. Ne forniamo mappe tabellari esemplificative:
Tabella 2 : costrutti “tradizionali” ricorrenti
Scelta | Disallineamento (mismatch) |
Potenzialità, capacità, talenti, eccellenze | Divari e dispersione scolastica |
Competenze Certificazione delle competenze | Attività didattica in ottica orientativa, didattica laboratoriale vs dimensione trasmissiva |
Progetto di vita | Fiducia, autostima, impegno motivazioni |
Attitudini, inclinazioni | Accompagnamento personalizzato e passaggi orizzontali fra percorsi formativi diversi |
Merito personale[9] | Riorientamento e successo formativo |
Aspirazioni | Orientamento formativo |
Orientamento come processo condiviso, reticolare, coprogettato con il territorio | Incontro tra competenze dello studente e domanda di lavoro (matching) |
Tabella 3: new entry
Orientamento come processo condiviso, reticolare, coprogettato con il territorio-Campus formativi | E-Portfolio orientativo personale delle competenze |
Moduli curricolari | Prodotto “capolavoro” |
Tutor di gruppi di studenti e Consigliere delle famiglie | Personalizzazione dei piani di studio[10] |
Piattaforma digitale unica per l’orientamento | Figura di raccordo tra utenti e piattaforma |
PNRR e nuovi percorsi di orientamento: a. Nuove competenze e nuovi linguaggi; b. Interventi per la riduzione dei divari e della dispersione scolastica; c. Didattica digitale integrata; d. Sviluppo del sistema di formazione terziaria degli ITS Academy. |
Dalle suddette matrici linguistico-tematiche, l’orientamento ancora si connota come un dispositivo predittivo e certificativo, che sposa i seguenti paradigmi all’interno di una logica di mercato[11]:
- il profiling: occorre accertare l’impiegabilità delle persone, la loro disponibilità ad adattarsi alle richieste provenienti dai mercati della formazione e del lavoro;
- il matching: bisogna rendere congruenti profilo formativo dell’individuo e caratteristiche del mercato del lavoro, secondo l’assunto dell’ “uomo giusto al posto giusto”(F. Parson, 1909);
- i processi di scelta: è importante che i meccanismi decisionali assumano sempre più una connotazione economica (cultura del lavoro e dell’imprenditorialità), perché, si dice, è principalmente in tale dimensione che l’individuo realizza il suo progetto di vita, anche professionale;
- le competenze: vanno declinate secondo i valori del successo scolastico e professionale, centrati sul capitale umano individuale e alimentati da attitudini ed interessi, da autorealizzazioni ed auto-imprenditorialità, per eccellere in un mercato del lavoro sempre più competitivo;
- la compensazione[12]: l’orientamento, per il suo carattere trasversale, deve farsi risorsa per la riduzione della dispersione scolastica, per il contenimento della didattica trasmissiva, per la valorizzazione dell’approccio laboratoriale, per il superamento delle difficoltà di apprendimento (in questo caso “inizia sin dalla scuola dell’Infanzia e primaria, quale sostegno alla fiducia, all’autostima…” ). Infine, secondo le direttive del PNRR, anche per l’acquisizione di nuove competenze e nuovi linguaggi, per la promozione della didattica digitale integrata, per lo sviluppo del sistema di formazione terziaria degli ITS Academy. In sostanza un orientamento multipolare che intercetta molteplici problematiche a cui, nella reiterata visione ministeriale[13], è chiamato a dare risposte.
Terminologia e paradigmi di “nuova generazione”
Non si tratta di un “vocabolario di neologismi”, ma del “portato” scientifico delle ricerche condotte in Italia dalla S.I.O, Società italiana per l’orientamento e dal LaRIOS/UNIPD, Laboratorio di ricerca ed intervento per l’orientamento alle scelte, sotto l’impulso del prof. S. Soresi, che di recente sono approdate alle tesi dell’ <orientamento 5.0>. Le matrici teoriche di riferimento si ritrovano in un’ampia letteratura internazionale che spazia dalla visione socio-cognitiva di Lent e Brown (1996-2003), a quella psico-sociale di Blustein, 2006, a quelle del Life design di Savickas (2009) e del costruttivismo di Guichard(2009) fino ai Futures studies[14]. I relativi paradigmi argomentano che fare orientamento significa: a. interessarsi del futuro, anzi dei futuri (plausibili, possibili, desiderabili, ma anche temuti e assurdi), intraprendendo azioni finalizzate ai cambia-menti, ai miglioramenti, a misure di prevenzione e di giustizia sociale, in prospettiva di una Learning Intensive Society (SIL), fonte di opportunità e di riscatto socio-culturale per tutti/e; b. abituare i giovani a farsi domande, a prendersi cura delle preoccupazioni, a indignarsi di fronte alle disuguaglianze, a investire sulle credenze personali di efficacia, sul pensiero critico e strategico, sulle capacità di disegnare scenari futuri (vds. ad es. quelli disegnati dall’Agenda ONU 2030), sulla qualità della vita e dei contesti la- vorativi, sociali e naturali, sulla loro partecipazione attiva a progetti comuni, etc., a presidiare interrogativi non di tipo convergente come “cosa farai da grande ?”, ma di matrice divergente “di quali problemi intendi occuparti, verso quali valori nutri passioni e interessi, cosa vorresti apprendere ancora e di nuovo ?”, etc…[15]
Tabella 4 : vocabolario per il “futuro”
Lessico[16] | Declinazioni semantico-concettuali |
Aspirazione (Appadurai A., 2004, 2011) | Le aspirazioni, intese come capacità di orientarsi in modo attivo rispetto al futuro, non maturano nella solitudine o nell’isolamento, ma hanno bisogno di interazioni tra persone e contesti, richiedono partecipazione e perseveranza nel manifestare, insieme ad altri, contro le ingiustizie e in difesa dei propri diritti. |
Adaptability (Savickas M.L. & Porfeli E.J. 2012) | Categoria concettuale non riconducibile a quella dell’adattamento: riguarda infatti la propensione a riconoscersi un ruolo attivo nella costruzione del proprio futuro, ad agire per conoscere meglio la realtà, confidando nelle proprie capacità di poterla modificare. |
Coscientizzazione (Freire P., 1968) | Incremento della consapevolezza, che implica prima di tutto, tanto sapere (Dizionario Etimologico di A. Nocentini 2010) e che recenti studi anglosassoni dedicati ai temi delle disuguaglianze, chiamano consciousness. Essa, come si deduce anche dalla rassegna di Heberle A.E. & al. (2020), conduce le persone e i gruppi a focalizzare le proprie attenzioni attorno a questioni sociali particolarmente importanti, di pertinenza della giustizia e, sul versante personologico, a problematiche motivazionali e dell’autoefficacia. |
Prevenzione | Fare orientamento significa interessarsi del futuro delle persone molto prima che queste si trovino ad affrontare delle criticità (funzione preventiva) soprattutto connesse con i momenti di ‘transizione’ da una condizione formativa e/o professionale ad un’altra. |
Previsione | Previsione come anticipazione del futuro che sollecita a ‘ragionare’ ricorrendo al ‘what…if’, al ‘cosa potrebbe succedere se’. Incoraggia ad ipotizzare molteplici possibili scenari, considerando sia i ‘dati disponibili’ e osservabili, sia, soprattutto, quelli non visibili, non reali, ma dotati di senso per coloro che li hanno immaginati come potenzialmente emergenti da contesti futuri (Soresi S., Roars, 2021, De Maria G.M., 2011). |
Agency | Agire, mettere in atto comportamenti, mettersi in gioco insieme ad altri, per affrontare e risolvere problemi (ad es. i wicked problems)[17], per responsabilizzarsi e responsabilizzare di fronte a iniquità, discriminazioni, oppressioni. |
Benessere comune (Foucault M., 1971) | Una delle priorità di un orientamento inclusivo, che, senza indulgere in retorica, promuove la ricerca collettiva di soluzioni sostenibili, in nome del bene comune e contro le “sirene” del successo solitario ed esclusivo/escludente. “Altruismo efficace” lo chiamerebbe T. Piovani, (www.ilbolive.unipd.it/it/news/leditoriale-laltruismo-efficace, 2022 ). |
Advocacy sociale (Nota L. et al., 2020) | Azioni di difesa e promozione dei diritti collettivi, specialmente delle persone più vulnerabili. L’advocacy mira a influenzare le decisioni della comunità in mate-ria di promozione dei diritti umani e di giustizia sociale mediante azioni preventive e di denuncia, ma anche per mezzo di azioni costruttive, perché coloro che si ritengono vittime di esclusioni possano supera-re gli ostacoli all’esercizio attivo della cittadinanza. |
Preoccupazioni (occuparsi di un evento prima che esso si verifichi) | Preoccuparsi del futuro dovrebbe essere uno dei compiti principali del processo-percorso di orientamento, nel senso di anticipare sviluppi imprevedibili e di misurarsi con le sfide connesse. Le preoccupazioni implicano un prendersi “cura” in anticipo dei problemi, per trasformarli poi in aspirazioni e in desideri per il futuro. |
Personalizzazione (Nota L., 2019) | Modelli e strumenti di orientamento dovrebbero ridurre al minimo le azioni standardizzate, per modularle in funzione della ‘singolarità’ dei contesti e delle persone. In tale ottica ad es. l’ E-Portfolio, lungi dall’ essere un documento valutativo, dovrebbe connotarsi come Diario personale dello studente, dove registrare propositi, risorse, progetti per il futuro, da condivide-re o meno secondo un’autonoma determinazione. |
Pianificazione casuale | Paradigma che rifiuta visioni lineari e riduttivistiche dello sviluppo e della ‘maturazione professionale’, risultando invece particolarmente adatto ai tempi di incertezza e di crisi che stiamo attraversando. |
Pensiero critico (Trovato D. , 2021) | Qui nell’accezione di saper “leggere” i complessi fenomeni della società odierna, certo non nel significato “economicistico” attribuitogli nel Report del Comitato ministeriale guidato da P. Bianchi (2020) ”…In questo modo si può permettere a tutti…di…sviluppare competenze tecnologiche, scientifiche… per esercitare il proprio diritto di… essere lavoratori critici”. |
Competenze | Le competenze per l’orientamento, 56, sono suggerite dal McKinsey Global Institute (2019) e non riguardano i “bilanci delle competenze”, ma quelle necessarie a : > comprendere e fronteggiare gli stereotipi: > narrarsi e narrare in pubblico; > negoziare; > manifestare empatia; > esplicitare la propria indignazione; > incrementare autonomie e autodeterminazioni; > dimostrare ottimismo, cosmopolitismo, attivismo… [18] |
Competenza (Nota L., Soresi S. & LaRIOS, 2020) | Occorre recuperare il significato originario di competere (cum-petere): ‘lottare con altri’ e non contro, “dirigersi e andare insieme”, per il conseguimento di qualcosa di desiderabile, agire uniti in modo da diffondere una cultura socializzante, da realizzare alleanze ed azioni per beni e diritti ritenuti finalmente comuni per società più solidali. |
Cosmopolitismo (Di Maggio I. , 2019) | Rispetto al crescente aumento della mobilità dei popoli, acquisire una mentalità aperta alle diversità che attivi ‘sguardi plurimi ‘ (NL SIO, I. Di Maggio, 2019) |
Attivismo | Riconsegnare il ‘lavoro ‘alla sfera del ‘capitale sociale, come ‘bene comune’ e come servizio alla comunità, disincagliandolo dalle secche dell’egocentrismo. |
Speranza | Non una generica fiducia e/o aspettativa, ma un immaginare, riflettere, disegnare, futuri inclusivi e sostenibili. Vuol dire andare oltre una visione narcisistica, centrata sul ‘proprio orticello’ (L. Nota, SUPSI, 2019), abbracciando un’ottica comunitaria (dall’io al noi). |
[1] Vds. la serie annuale delle Analisi delle politiche educative, lanciata nel 1996, che fa parte di un programma di lavoro del Comitato per l’educazione dei Paesi dell’OCSE, www.oecd.org/education/skills-beyond-school/21496036.pdf . Inoltre vds. Conferenza OCSE 2021, Disrupted futures, con sintesi in https://asnor.it/it-schede-665-conferenza_online_ocse_disrupted_futures.
[2] Vds. testo in IT su www.epale.ec.europa.eu/it/resource-centre/content/mismatch-occupazionale-quando-la-domanda-e-lofferta-dei-posti-di-lavoro .
[3] La Survey of Adult Skills (PIAAC) esplora le competenze degli adulti (16-65 anni) di literacy, numeracy e problem solving in ambien-ti tecnologicamente avanzati, competenze denominate “key information-processing skills” (OECD, 2013a, p.94) perché: • necessarie per entrare e permanere nel mercato del lavoro; • rilevanti in diversi contesti sociali; •soggette ad apprendimento e quindi ad azioni di formazione-istruzione e di policy.
[4] Uno studio dell’ILO (International Labour Office) del 2014 evidenzia che in 24 Paesi europei tra il 25 e il 45 % dei lavoratori sono sovra o sotto qualificati per il tipo di lavoro svolto e tale situazione incrementa il fenomeno del mismatch.
[5] Vds. Il commento in www.invalsiopen.it/ocse-skills-outlook-2021/ .
[6] Vds. PPT di S. Scarpetta, OCSE, su www.mef.gov.it/inevidenza/Impegno-di-governo-e-OCSE-per-migliorare-competenze-e-qualita-del-lavoro-brWorkshop-al-Mef/ e www.indire.it/wp-content/uploads/2017/10/OECD-Skilss-Strategy-Italia-Sintesi.pdf .
[7] Il tutor, il portfolio e l’e-portfolio erano dispositivi previsti anche nelle Linee Guida MIUR del 2014 (pagg.7 -8).
[8] Vds. paragrafo dedicato in questo saggio. Qui si segnala, per una documentazione di base, la Carta-Memorandum per l’orientamento, 2019, a cura della SIO e del LaRIOS, UNIPD, www.sio-online.it/newsletter/una-carta-memorandum-per-lorientamento-e-il-career-counselling/ .
[9] Un termine di attualità. Molto interessante la distinzione di G. Bertagna tra meritocrazia e meritorietà, in Nuova Secondaria, n. 9, 2020, Studium ed.
[10] Indicata come una “strategia” (pag. 5), all’interno dell’E-Portfolio, che richiede un’attenzione personalizzata al percorso formativo e di studio dello studente. Ben altra accezione tale categoria assume nella Tabella 4.
[11] Vds, la Carta di Genova-La Scuola delle Regioni, 2021, documento delle Conferenza delle Regioni che enfatizza il raccordo istruzione, formazione e lavoro nei processi di orientamento e di scelta.
[12] Categoria introdotta dallo scrivente per spiegare la funzione “di supplenza” attribuita all’orientamento dal MIM.
[13] Visione ritenuta senza evidenze scientifiche dagli studiosi della SIO e del LaRIOS, UNIPD (vds. siti di riferimento).
[14] Futures studies: studio sistematico, interdisciplinare e olistico del progresso sociale e tecnologico e di altre tendenze ambientali, spesso con l’obiettivo di esplorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone in futuro. Può servirsi di tecniche predittive, ma gli studiosi contemporanei di studi sul futuro optano soprattutto per una sistematica, alternativa investigazione attraverso le scienze sociali e la storia (Soresi S., Scuola 7, 2022, cit.. Adattamento).
[15] Approfondimenti e letture mirate in Soresi S., Ancora circolari ministeriali sull’orientamento … ma quello che viene spesso praticato nelle nostre scuole e dalle nostre università, cos’è?… a cosa e a chi serve?,www.orizzontescuola.it, 28. 12. 2022; Soresi S.(2022), L’orientamento 5.0: …quello che non si accontenta di valutare e profilare, CRUI, Giornate nazionali dell’Orientamento, F. Angeli, MI; Facioni C., Interpretare i segnali, promuovere l’uguaglianza, creare i migliori futuri possibili: questo il lascito di una delle più grandi esperte del settore, NL Futura ASVIS, 02. 12. 2022; Gidley, J.G. (2017). Il futuro. Una breve introduzione, Napoli, IF Press. La SIL prefigura una società con le seguenti quattro caratteristiche, futuristica, sociale, riflessiva, accessibile, in cui ci sia spazio non solo per le TIC, ma specialmente per opportunità e facilitazioni di apprendimento per tutti/e.
[16] Per il lessico senza citazione della fonte dove è possibile rintracciarlo con più frequenza, vds. i siti della SIO Newslet-ter, www.sio-online.it/category/newsletter/ , del LaRIOS UNIPD, www.larios.fisppa.unipd.it/it-it/ , di www.roars.it e di www.asvis.it/#. Dal 2011 è possibile leggere contributi di ricercatori, tra cui Nota, Romito, Camussi, Santilli, Ginevra, Di Maggio, Soresi etc. che hanno sviluppato la ricerca scientifica nel settore dell’orientamento secondo parametri innovativi.
[17] Sono i problemi difficili e complessi che non prevedono soluzioni certe e definitive, ad es. le guerre, la povertà, i cambiamenti climatici, le calamità naturali, etc.
[18] Per una più completa disamina sul paradigma delle competenze vds. Soresi S. (2022), Orientamento 5.0, Scuola 7, n. 305, Tecnodid, NA. Sui costrutti di questa tabella la bibliografia è molto vasta e si rinvia alla Nota 16 del presente articolo. Per un inquadramento generale sui modelli sottesi è utile la lettura di Soresi S. (ed.), (2021), L’orientamento non è più quello di una volta, Ed. Studium, Roma.